Il rumore dei treni

14.10.2018

"Un libro della piena e consapevole maturità di uno stile e di un modo di far poesia che non possono non convincere e non farsi apprezzare per virtù propria da chi sa e vuole intendere. La sua architettura, cadenzata in quattro parti come i tempi di una sinfonia, ne è solo un segno niente affatto trascurabile..." dalla nota di A. Marianni

"Come ben lascia presagire già il titolo di sostanza semplice, suoi capisaldi sono la nitidezza e lo splendore pittorico di versi che rappresentano l'aspetto più naturale del fare poesia. Di un linguaggio che rifugge dalla tendenza all'economia verbale per distendersi nel libero fluire di un'intelligenza onesta, che si lega mirabilmente con una capacità evocativa capace di gettare luce sul piccolo delle cose, aprendo uno squarcio di riflessione sullo scarto tra reale e ideale. Trasmettendoci componimenti che sono atti di libertà atti a costituire uno strumento capace di intensificare l'ascolto e la comprensione della vita",  G. P. Grattarola in Mangialibri https://www.mangialibri.com/poesia/il-rumore-dei-treni 

" Il rumore dei treni è un libro d'amore in versi, fatto di arrivi, incontri, partenze. Stazioni, binari, palmi delle mani contro i vetri, porte che si aprono e si chiudono tra passanti frettolosi e distratti. E dentro tutto questo, il passeggero che "si svela", il riconoscimento, " parole che poi si fanno carne/ occhi, capelli, mani" M. P. Ciancio da Lucaniart 

" La poesia è ritmo, musica, aritmetica, e si basa sul numero, la logica della vita. Che cosa spinge nel titolo di una raccolta di poesie la parola "rumore"? Il rumore dei treni. Così titola Eleonora Bellini un'esperienza di cifra della sua vita. Siamo nell'onda lunga instaurata da Arthur Rimbaud in poesia e da Marcel Duchamp nell'arte. Tra il rovesciamento dell'esperienza e la beffa. Tra una stagione all'inferno e il ready-made.Per giungere al rumore dei treni ci sono volute anche più rivoluzioni: la rivoluzione semiotica, la rivoluzione linguistica, la rivoluzione psicanalitica e la rivoluzione cifrematica. Non c'è nessuna significazione dell'elemento linguistico che non sia un pregiudizio. La parola rumore può fare rumore ma anche essere silenziosa. La parola rumore può uccidere più del rumore o può spalancare la porta della vita originaria. Il secondo caso è quello di Eleonora Bellini, che ne Il rumore dei treni narra la saga della sua vita e ammette, non senza talvolta lutto e dolore, ciascun elemento come originario, poetico, a partire appunto dal rumore dei treni. Dal padre ferroviere al chiasmo ferroviario di un amore assoluto, ciascun elemento entra nella poesia" ... G. C. Calciolari in Transfinito https://www.transfinito.eu/spip.php?article1156

PREMIO GUIDO GOZZANO 2009. III° classificata - ELEONORA BELLINI - Il rumore dei treni - Book Editore. Motivazione:

" Come il pittore Giovanni Bellini, Eleonora Bellini ritrae nella limpidezza cristallina dei suoi versi personaggi emblematici: lo sconosciuto azzurro d'occhi e d'anima : " Quando gli sedetti accanto e alzò lo sguardo / vidi scaturirne un vortice di luci / e vidi meraviglie / di occhi ragazzini". E poi gli innamorati che intrecciano le mani contro lo stesso vetro di un treno "e fu freddo e tangibile il distacco". E il viaggiatore con la valigia vuota che "riconobbe subito colui che l'aspettava, / un dio senza mantello, ma col canto/ delle acque sorgive nel sorriso". Intense immagini liriche percorrono l'opera incentrata sulla metafora del viaggio in treno, rapido e ricco di fermate ignote. Ciascuno è un viaggiatore solitario. Chi è baciato dalla buona sorte ha un compagno dallo sguardo saldo "E questo / è il trionfo dell'eterno, il dono / celeste, lo splendore della vita"




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